L' Io

07.04.2013 10:15

 

Promemoria – Breve storia dell’Io in Freud

FRANCESCO CONROTTO

La concezione dell’Io nel pensiero di Freud si è modificata più volte. All’inizio, esso

coincideva pressoché completamente con la personalità totale, e comunque, fondamentalmente, con

l’aspetto cosciente del funzionamento psichico. Questa concezione dell’Io è rimasta pressoché

costante nel pensiero di Freud per tutti gli anni novanta dell’’800 e per i primi dieci del ’900, tant’è

che in quegli anni egli individuava il conflitto psichico nei termini di conflitto tra l’Io e la sessualità,

intendendo per sessualità essenzialmente la sessualità infantile. Quest’ultima, nella prima

concezione di Freud dell’apparato psichico, costituisce il rimosso. Il rimosso è dunque

essenzialmente la sessualità infantile in conflitto con l’Io, che è l’aspetto cosciente della personalità

totale. Più precisamente, nella prima formulazione del modello del funzionamento psichico il

conflitto è tra l’Io, che è inteso come espressione dell’autoconservazione, e la sessualità, da

intendere appunto come sessualità infantile. Per autoconservazione credo che si possa intendere

tranquillamente il funzionamento bio-psicologico innato, congenito. Questo vale fino ai primi anni

della seconda decade del ’900.

Poi, con la teoria del narcisismo, le cose incominciano un poco a cambiare, nel senso che

Freud pensa all’Io non più semplicemente come un apparato preposto al funzionamento

autoconservativo psicobiologico, ma piuttosto come qualcosa che ha anche un’implicazione

libidica. Quindi la sessualità, in qualche maniera, è presente anche nella costituzione dell’Io. E a

questo riguardo Freud teorizza le cosiddette zone erogene – essenzialmente: orale, anale, fallicogenitale

– connesse ai funzionamenti bio-psichici dell’organismo. Queste zone e questi

funzionamenti sono investiti pulsionalmente da un punto di vista erotico. Ma, a questo punto, per

quanto riguarda la formazione stessa dell’Io che incomincia a chiamarsi Io libidico, è necessario –

come scrive Freud nell’

Introduzione al Narcisismo – che una nuova azione psichica intervenga

affinché queste differenti aree autoerotiche – orale, anale, fallico-genitale – vengano ad essere

integrate in una nuova struttura psichica. E Freud dice proprio: è necessario che una nuova azione

psichica intervenga affinché si formi l’Io, inteso come Io libidico, cioè un Io pulsionalmente

investito che si contrappone all’investimento oggettuale, cioè all’investimento nei confronti di un

oggetto esterno. Questa è la teoria del 1914-15.

In seguito abbiamo una nuova formulazione, una nuova rappresentazione del funzionamento

dell’Io, che interviene a cavallo degli anni venti (è la ben nota «svolta degli anni venti») con la

nuova teoria delle pulsioni che differenzia queste ultime in pulsioni di vita e pulsioni di morte e dà

una rappresentazione della struttura psichica in termini di istanze, cioè l’Io, l’Es ed il Super-Io. Qui

l’Io viene inteso come una sorta di differenziazione progressiva dell’Es, a contatto, da un lato, con

la realtà esterna (l’Es avendo necessità di entrare in contatto con la realtà esterna ha bisogno di

2

adattarsi in qualche maniera e di adeguarsi) e, dall’altro lato, con le istanze superegoiche, che sono

intrapsichiche, ma con le quali l’Io deve fare necessariamente i conti. Qui l’Io è, secondo la

descrizione di Freud, «servo di più padroni»: da un lato deve rispondere alle esigenze dell’Es,

dall’altro deve rispondere alle esigenze della realtà esterna e, terzo, deve rispondere alle richieste

del Super-Io. Quindi l’Io, come scrive Freud, non è padrone in casa propria, ma deve giostrarsi tra

queste tre istanze. E questa è la nuova rappresentazione dell’Io.

Ma la cosa non si ferma qui. Infatti l’Io è anche il prodotto delle identificazioni con gli

oggetti. La prima identificazione, detta appunto identificazione primaria, secondo Freud avverrebbe

con il padre della propria preistoria personale. Essa sarebbe, in qualche modo, fondativa del

processo di umanizzazione dell’individuo, tanto che Alain De Mijolla

1 la definisce identificazione

«ontologica». A questa si aggiungono le identificazioni con le varie istanze genitoriali che nel corso

dello sviluppo diventano i luoghi identificatori per l’Io stesso. Pertanto nelle teorizzazioni degli anni

venti, e quindi all’epoca della «seconda topica», l’Io deve giostrare tra le esigenze evolutive che

richiedono un adattamento agli aspetti pulsionali, superegoici e alla realtà esterna, e la dinamica

delle identificazioni con gli oggetti identificatori, che sono prioritariamente, come possiamo

comprendere, gli oggetti genitoriali.

Da questo deriva, almeno a mio avviso, quella strutturale divisione dell’Io, che Freud

sottolinea nella famosa metafora cristallografica dicendo che quando l’Io si rompe, nel senso che si

manifesta una patologia dell’Io, esso si rompe attraverso delle linee di frattura né più né meno che

come i cristalli, che qualora vengano ad essere colpiti traumaticamente si rompono secondo delle

linee precostituite, legate alla struttura stessa della formazione del cristallo. Quindi, in sostanza, l’Io

è strutturalmente diviso. Freud riprende ripetutamente questa tematica alla fine della sua vita.

Specialmente nel ’38, nel saggio su

La scissione dell’Io nel processo di difesa, dove sottolinea

questo aspetto strutturalmente scisso e diviso, per cui l’Io, come funzione integrata in quanto tale

non esiste, ma è soltanto una sintesi di elementi fratturati, che poi possono essere più o meno

momentaneamente rimessi insieme e integrati, ma la natura strutturalmente divisa rimane comunque

un elemento portante.

In Freud, quindi, l’Io non è per niente una struttura unitaria, ma una struttura che, nel migliore

dei casi di integrazione, è sempre esposta proprio in quanto strutturalmente divisa al rischio di

frammentarsi – nel momento in cui dovesse andare incontro ad una patologia – secondo delle linee

di frattura in qualche maniera preesistenti e precostituite.

PAROLE CHIAVE:

 

Funzionamento bio-psicologico, identificazione primaria, Io, Io libidico,

metafora cristallografica, sessualità infantile.

1

 

Si vedano: Les Visiteurs du moi: Fantasmes d'identification. Éd. Les Belles lettres, 2003 e Dictionnaire international

de la psychanalyse

 

 

. Éd. Hachette, 2005 – Nota del redattore.

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